Sante Zennaro
Il Sante Zennaro era una struttura manicomiale pediatrica collocata nei complessi manicomiali della città di Imola.
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Scheda tecnica
- Numero di immagini – 127
- digitale full frame
- colore, ma sviluppato in BW
- Leica Q, ottica 28 mm f 1.7
- anno di produzione 2018
Esposizioni
Le foto sono state proiettate e commentate in occasione della presentazione della Mappa Multimediale del Sante Zennaro il 20 novembre 2019 presso la Sala Conferenze “BCC Città e Cultura” di Imola e inserite nel filmato realizzato dal fotografo Massimo Golfieri.
Il Sante Zennaro era una struttura manicomiale pediatrica collocata nei complessi manicomiali della città di Imola.
La struttura fu realizzata a seguito di concorso nazionale che l’amministrazione provinciale di Bologna bandì nel 1961 per la progettazione e realizzazione dell’Istituto Medico Psico-pedagogico “Sante Zennaro”. I lavori di costruzione iniziarono il primo di luglio del 1967 e terminarono all’inizio del 1971.
Il nuovo istituto doveva accogliere i bambini ricoverati nella cosiddetta Colonia Agricola nata a metà degli anni 50 per ospitare i bambini provenienti dal famigerato padiglione 11 situato all’interno dell’ospedale psichiatrico Lolli. Il Padiglione 11, istituito a Imola nel 1949, era accerchiato da alti muri e da tutti gli altri padiglioni dei cosiddetti matti adulti.
I bambini erano praticamente rinchiusi con operatrici, educatrici e infermiere che si occupavano di loro durante il mattino con elementari attività scolastiche e durante il pomeriggio con elementari attività di intrattenimento. Durante la notte venivano talvolta legati, incatenati o trattati con psicofarmaci, sorvegliati da personale infermieristico anche addolorato per quello stile di coercizione, ma impotente ad esprimere alcunché di umano e affettuoso poiché l’indirizzo direzionale era quello della severità, della punizione, del rigore.
Chi ha pensato e immaginato la struttura manicomiale lo ha fatto in grande ed in modo diverso dal passato. In un’ampia area verde appena fuori dalla città è stata costruita una piccola città nella città, fornita di tutto, dalle aule alle case, alla mensa, all’ospedale, alle palestre, alla chiesa, ed anche a un ampio porticato che i bambini potessero percorrere protetti dalle intemperie e tanti viottoli tracciati con lastre attraverso i prati.
Negli ampi spazi verdi è stato dato spazio all’arte ed ai giochi per stimolare la fantasia. Gli scultori Alessandro Tagliolini, Nello Bini e il pittore Andrea Raccagni furono incaricati di realizzare 8 sculture che rappresentavano figure concrete, ma stilizzate e astratte con l’obiettivo di stimolare il gioco e la fantasia.
L’Istituto Medico Psico Pedagogico Sante Zennaro di Imola fu chiuso nel 1973, dopo poco tempo dalla sua apertura, per divenire Centro dei Servizi sanitari e sociali. Le 8 sculture gioco sono state dimenticate.
I resti della nave, lo scivolo, le papere, il fungo, l’osservatorio, il ventre della balena sono arrivati fino ai giorni nostri, la foresta ed il labirinto sono andati perduti. Gli scultori avevano poi realizzato canalizzazioni che collegavano idealmente le opere con giochi d’acqua a loro volta perduti e solo parzialmente visibili.
Le foto sono state scattate il 2 gennaio del 2018, documentando i resti delle sculture e dei canali. Durante le riprese, lo stato di abbandono mi ha particolarmente colpito richiamando alla mia mente situazioni di violenza, costrizione e dolore che centinaia di bambini hanno vissuto nelle strutture precedenti a questa. Volutamente sono cariche di contrasti forti e prive di toni quasi ad evocare incubi notturni. Pochi mesi dopo ha avuto inizio il recupero delle opere.
Le foto sono state proiettate e commentate in occasione della presentazione della Mappa Multimediale del Sante Zennaro il 20 novembre 2019 presso la Sala Conferenze “BCC Città e Cultura” di Imola e inserite nel filmato realizzato dal fotografo Massimo Golfieri.